Perché la febbre?

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Questo è il periodo dell’anno in cui è più alta la probabilità che stiate leggendo questo post da sotto le coperte, con il comodino ricoperto di fazzoletti usati, e che il vostro migliore amico si chiami Paracetamolo. Siamo nel pieno del picco influenzale.

Quindi, se le condizioni sopracitate sono rispettate, possiamo prevedere con ottima probabilità che la vostra temperatura corporea sia di qualche grado più alta del solito. Avete la febbre.

Come mai ci viene la febbre? Ci fa bene? Ma soprattutto, sopravviveremo?

Procediamo con ordine. La nostra temperatura corporea è finemente regolata per mantenere il nostro organismo intorno ai 36.6°C. Noi mammiferi, infatti, siamo animali endotermi: il nostro metabolismo e diversi processi fisiologici sono stati regolati da millenni di evoluzione per impedirci di cadere in pericolosi stati di ipertermia o ipotermia.

Come mi spiego allora che “ho 38.5°C e sto malissimo”?

La febbre è un meccanismo di difesa che il nostro corpo mette in atto in particolari circostanze, per esempio, quando è in corso una malattia virale o batterica, perché ostacola la replicazione di questi microrganismi permettendoci una più rapida guarigione. A livello molecolare, un repentino e temporaneo aumento della temperatura è la risposta a delle sostanze chimiche, dette pirogeni, quando queste sono presenti nel circolo sanguigno. Un comune pirogeno è l’interleuchina-1 che è prodotta da particolari globuli bianchi, chiamati macrofagi, quando questi ultimi entrano in contatto con batteri e virus.

Quando i pirogeni arrivano all’ipotalamo, una regione del nostro cervello, si legano a determinati recettori, un po’ come una chiave che trova la giusta serratura, e innescano il meccanismo della febbre. A questo stimolo iniziale si ha un rilascio di prostaglandine e l’ipotalamo, che funziona come un termostato, innesca un innalzamento della temperatura sistemico, un po’ come se regolasse il riscaldamento a un livello più alto. 

Ma come si alza la temperatura?

Sia creando nuovo calore, sia mantenendolo, cioè diminuendone la dispersione: la vasocostrizione periferica riduce la perdita di calore attraverso la pelle e la noradrenalina aumenta la termogenesi nel tessuto adiposo bruno. Se queste misure non sono sufficienti per far corrispondere la temperatura del sangue nel cervello al nuovo set point nell’ipotalamo, iniziano i brividi: movimenti muscolari che producono più calore.

Cosa possiamo fare per smettere di avere la febbre? La risposta migliore a questa domanda è… sentite il vostro medico! Non sempre assumere un farmaco, come il paracetamolo o l’ibuprofene per abbassare la temperatura, è da considerarsi la strategia migliore. Sicuramente queste molecole ci possono dare un rapido sollievo, ma a volte sopportare la febbre può aiutarci a guarire più in fretta, sempre che non sia troppo alta o che non si abbiano malattie croniche che rendano la condizione febbrile di per sé pericolosa (cardiopatie, malattie respiratorie croniche, etc).

Quindi armatevi di copertina e serie TV e godetevi un po’ di riposo!

Articolo tratto da scientificast.it